Privacy sandbox: come targettizzare le inserzioni pubblicitarie senza rinunciare alla privacy degli utenti

Privacy sandbox come targettizzare le inserzioni pubblicitarie senza rinunciare alla privacy degli utentiPrivacy sandbox come targettizzare le inserzioni pubblicitarie senza rinunciare alla privacy degli utenti

In un vecchio articolo avevamo accennato a Privacy Sandbox, un insieme di strumenti pensati da Google per tracciare gli utenti con fini pubblicitari pur mantenendo inviolata la loro privacy secondo le ultime normative.

L’azienda in questi anni ha sviluppato sempre di più questo tool in modo tale che potesse essere un apripista per una nuova era di un internet più privato in cui le varie tecnologie siano allo stesso tempo utili e rispettose nei confronti della privacy degli utenti. Ad oggi Privacy Sandbox garantisce:

  • Identità nascosta. Privacy Sandbox non consente di riconoscere un utente cross-site e cross-app, riducendo così la tracciabilità dell'utente tra diverse app e siti web.
  • Raccolta dei dati ridotta al minimo. Senza identificare l’utente, le terze parti vedono di fatto limitate le possibilità di creare profili dettagliati delle persone, al contrario di come accade con l’utilizzo dei cookie di terze parti.
  • Maggiore trasparenza. I media buyer che utilizzano queste API sono tenuti a registrarsi e fornire attestazioni sui loro siti web, offrendo maggiore trasparenza sulle loro pratiche di advertising.
  • Migliori controlli per le persone. Gli utenti possono configurare facilmente Privacy Sandbox per selezionare quali dati sulle loro attività cross-site e cross-app possono essere utilizzati per la personalizzazione degli annunci, consentendo loro di gestire la propria privacy in modo più efficace.