Metaverso e NFT: qualche dato saliente
EY, precedentemente noto come Ernst & Young, ha da poco pubblicato una ricerca per il mercato italiano sullo sviluppo del settore del metaverso e sull’adozione degli NFT. Lo studio si sviluppa attraverso tutte le ricadute che l’adozione di queste nuove tecnologie potranno avere sulle aziende, avvicinandole così anche al web 3.0, e presenta alcuni dati molto interessanti. Riassumiamo i principali:
- Il settore con il valore di mercato più alto per quanto concerne gli NFT è l’Arte, che si stima valere circa 6 miliardi di dollari; il valore degli scambi di NFT sul metaverso, di contro, si ferma a solo 365 milioni di dollari;
- Su un campione di 1.050 intervistati, la maggioranza degli utenti (il 39%) ha evidenziato la possibilità di superare ostacoli che impediscono di fare cose nel mondo reale, come ad esempio gli sport estremi;
- Per quanto riguarda le aziende circa il 25% di esse si aspetta di poter generare profitto dal metaverso, e circa il 33% ha dichiarato che gli investimenti in questo campo hanno assorbito fra il 10% e il 20% del budget destinato al marketing o all’A&D;
- La gran parte delle imprese (ben l’81,25%) ha investito, su base annuale, in questo settore una cifra al di sotto 200 mila euro. Il 6,25% fra i 200 e i 500 mila euro, seguito da un altro 6,25% che ha destinato un budget fra il mezzo milione e il milione di euro. Solo un piccolo segmento, anch’esso del 6,25%, ha destinato al metaverso un investimento superiore al milione di euro;
- Sono le esperienze immersive per i clienti e l’ambito della formazione a essere prioritari nei settori di applicazione del metaverso. Oltre 100 CEO e top manager di alcune delle più importanti aziende italiane, a cui è stato chiesto di scegliere fra alcuni ambiti di applicazione per le loro aziende, hanno infatti risposto con esperienze immersive (75,45% delle scelte) e formazione (74,98%);
- Per gli NFT non emerge un quadro altrettanto chiaro: il diritto d’autore risulta essere il primo ambito di applicazione (con circa il 28%), seguito dal collezionismo (17,80%) e, al pari, dalla possibilità di frazionare beni e possedimenti e dal marketing (entrambi al 16,10%).