La mobilità del futuro è la più antica del mondo

Camminare. Questo per Jeffrey Schnapp, chief visionary officer di Piaggio Fast Forward, sarà il futuro della mobilità. Camminare scevri da qualsiasi merce dovremo trasportare, per l’esattezza.

A venirci incontro, o per meglio dire dietro, sarà un piccolo veicolo pensato per il trasporto automatico di merci. Gita, questo il nome del nuovo mezzo, sarà un robot in grado di riconoscerci in mezzo alle altre persone e di seguirci con gli oggetti che nella nostra vita quotidiana siamo soliti portarci dietro.

Durante l’incontro organizzato da Meet The Media Guru lo scorso 11 giugno presso il MUDEC, il designer statunitense ha mostrato dei filmati di  prototipi di questo nuovo veicolo pensato per il trasporto delle merci e si è ben raccomandato di non scambiarlo per un semplice trolley interattivo. Gita infatti, oltre a trasportare oggetti, sarà una fonte di corrente e connessione mobile su cui fare affidamento nella vita di tutti i giorni.

Il pensiero di Jeffrey Schnapp parte infatti da un concetto ben preciso. Se durante il Novecento la mobilità è cambiata profondamente grazie all’avvento dell’automobile, che ha portato una conseguente modifica di tutte le nostre abitudini assieme alla struttura intrinseca delle metropoli e delle sue strade, tanto da donare alle autovetture un ruolo predominante sulle carreggiate, oggi quel modello di mobilità individuale è messo in discussione proprio da quella parte della società che cerca sempre più di riappropriarsi degli spazi occupati dalle macchine e di riscoprire il mezzo principale fornitoci dalla natura per spostarci, le gambe appunto.

Se si aggiunge poi che quasi tutte le modalità di trasporto, ad eccezione del treno, nell’ultimo mezzo secolo si sono mantenute sulle stesse velocità di trenta o quarant’anni fa, a causa di limiti tecnici e di problemi di congestione del traffico, emerge chiaramente che questa idea di modernità come pura accelerazione continua è inevitabilmente terminata.

Ecco quindi che questo tipo di veicoli che innovano e ripensano lo spostamento, riscoprendo allo stesso tempo il suo aspetto più originario, possono essere la sintesi perfetta per la mobilità del futuro.