Le briciole di Big Tech al fisco italiano

Le briciole di Big Tech al fisco italianoLe briciole di Big Tech al fisco italiano

Nel 2018 le 15 maggiori aziende Big Tech hanno lasciato al fisco italiano 64 milioni di euro. Briciole, rispetto ai 2.4 miliardi del fatturato aggregato riferito all’anno in questione. Il calcolo è contenuto nell’ultimo rapporto del Centro studi di Mediobanca.

Con “Big Tech” si intendono i giganti del web e del software, come Microsoft (che ha versato 16.5 milioni), Amazon (6 milioni), Google (4.7 milioni), Oracle (3.2 milioni) e Facebook (1.7 milioni). Ad esse va aggiunta anche Apple, non inclusa nel rapporto, che nel 2018 ha versato al fisco italiano 12.5 milioni di euro.

Il meccanismo per aggirare la tassazione è semplice: lo spostamento del fatturato delle controllate all’estero, specialmente in quei Paesi dove le aliquote fiscali sono nettamente più basse. E così, secondo gli analisti di Mediobanca, nel quadriennio 2014-2018 la metà dell’utile di Big Tech è stato tassato in Irlanda, Singapore e Porto Rico.

Un dato che colpisce soprattutto se paragonato al carico fiscale delle aziende italiane, calcolato al 59.1% e considerato il più alto al mondo. Ad avvantaggiare i giganti della tecnologia è soprattutto l’assenza di una web tax, che però è attualmente in discussione sia a livello italiano che europeo. Per il momento, le aziende Big Tech trovano più conveniente pagare centinaia di milioni in transazioni piuttosto che fatturare in Italia il giro d’affari riferibile ai clienti italiani.