Il lento decadimento delle GIF animate

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Il mondo è in continua evoluzione e il digital lo è più che mai. Le tanto amate GIF animate, nate a fine anni ’80 per consentire di aggiungere movimento a una pagina web e rinate una decina di anni fa grazie all’avvento di Tumblr, vengono utilizzate sempre meno dagli utenti di oggi.

Percepite come datate e passive, le gif animate non sono particolarmente amate soprattutto dalle nuove generazioni, che prediligono altre forme comunicative più attive, personali e meno standardizzate, come ad esempio i video verticali pensati per TikTok.

Ma il motivo del declino non è solo di carattere generazionale: le gif animate risultano essere parecchio scomode da gestire, soprattutto se fruite dai dispositivi mobili o se condivise sulle varie piattaforme. Molti social, come ad esempio Facebook e Twitter, hanno infatti scelto di convertire in un video le GIF caricate dagli utenti, che diventano quindi a tutti gli effetti un filmato muto. Questa ottimizzazione, se da un lato migliora la fruizione soprattutto sui dispositivi mobili, dall’altro ne rallenta la diffusione capillare, anche perché gli utenti non riescono facilmente a salvare una GIF animata e a condividerla su altre piattaforme.

Per rispondere a questa esigenza, nel 2013, è nata Giphy: un vero e proprio catalogo online di gif animate e modelli da utilizzare per permettere agli utenti di creare meme e condividerli.

Il lento decadimento delle GIF animate si sta facendo però sentire anche su questa azienda, che oltre a tutte queste problematiche, ha dovuto fare fronte anche al grosso tema del copyright. Molte GIF animate diventate virali sono infatti dei semplici spezzoni di film o serie tv che gli utenti tagliavano e condividevano senza alcun tipo di licenza.

Sembra quindi che in futuro non ci sarà molto spazio per le GIF animate, al pari di quanto sta accadendo con il protocollo HTTP (sempre più scartato in favore del cifrato HTTPS).