Con la digitalizzazione crescono anche gli attacchi informatici

Con la digitalizzazione crescono anche gli attacchi informaticiCon la digitalizzazione crescono anche gli attacchi informatici

L’anno appena concluso è stato il peggiore di sempre per quanto riguarda la cyber security nel mondo: sono infatti stati ben 440 gli attacchi in più rispetto al 2021, che fanno riscontrare una crescita annua del 21%. Durante il 2022 si è verificata una media di 207 attacchi al mese, contro i 171 dell’anno procedente. Nel contesto delle crescenti tensioni internazionali tra superpotenze e di un conflitto ad alta intensità combattuto ai confini dell’Europa anche l’Italia appare ormai in maniera evidente nel mirino: nel 2022 nel nostro Paese è andato a segno il 7,6% degli attacchi globali (contro il 3,4% del 2021). In numero assoluto sono stati 188 gli attacchi verso l’Italia, dato che segna un incremento del 169% rispetto all’anno precedente.

A stabilirlo è uno studio di Clusit sul tema, secondo cui la pressione maggiore degli attacchi ricade sul comparto governativo (20%) seguito dal settore manifatturiero del Made in Italy (19%).

Gli attacchi nel nostro Paese vengono compiuti con tecniche quasi sempre standardizzate, ormai frutto dell’industria del cyber-crime che è la matrice prevalente delle attività malevole. Questo conferma come l’aumento degli attacchi in Italia sia con-causato da forti limiti nella capacità di difesa delle vittime”, ha dichiarato Alessio Pennasilico, membro del Comitato Scientifico di Clusit e coautore del Rapporto.

A questo va aggiunto che circa il 64% degli attacchi a livello globale hanno come causa azioni “maldestre”, degli utenti o del personale informatico nelle aziende sotto attacco. Ciò significa che la gran parte degli attacchi riesce perché gli utenti non riescono ancora a gestire correttamente i propri account e i propri dispositivi, dimenticandosi di aggiornarli costantemente o cliccando ad esempio incautamente su link e allegati di dubbia provenienza.